Ci è capitata un’occasione speciale: visitare la fabbrica di produzione di Iris Ceramica, azienda Emiliana che vanta una presenza storica nel mondo delle ceramiche, apprezzate per la loro qualità estetica e tecnica in tutto il mondo.
La prima tappa è stata la fabbrica dedicata al FullBody, il gres porcellanato a pasta piena che rivoluziona l’estetica della graniglia di marmo e ne amplia le applicazioni grazie alla presenza di scaglie anche lateralmente.
Non abbiamo nulla contro i tanto amati (dai posatori) profili, però qui la qualità estetica raggiunge davvero livelli di perfezione! Siamo rimasti colpiti anche dalla palette colori, moderna e sofisticata.
Ma i richiami al passato non sono l’unico aspetto che ci ha impressionato:
la ricerca e l’innovazione tecnologica, unite alla tutela ambientale, hanno permesso la creazione della linea Active Surfaces®, una tecnologia brevettata che agisce come anti-inquinante, antibatterico e anti-odore. Inoltre, grazie a uno speciale trattamento fotocatalitico, le superfici non trattengono lo sporco e ne facilitano la rimozione.
Gli impieghi di questo materiale sono infiniti: dai rivestimenti di facciate al retail, fino ai contesti sociosanitari e assistenziali.
L’ultimo prodotto di cui vogliamo parlarvi è HyperTouch®, che per i puristi dell’estetica rappresenta un vero punto di svolta nella progettazione. Le lastre, applicabili su qualsiasi superficie, sono infatti dotate di una tecnologia che le rende sensibili al tocco. È inoltre possibile integrare la ricarica wireless o l’induzione direttamente all’interno della lastra.
La visita alla fabbrica di Iris Ceramica ci ha permesso di scoprire da vicino come tradizione, ricerca e innovazione possano convivere in perfetto equilibrio. Dalla bellezza materica del FullBody alle superfici intelligenti di HyperTouch®, fino alla sostenibilità avanzata di Active Surfaces®, ogni prodotto racconta una visione chiara: trasformare la ceramica in uno strumento capace non solo di arredare, ma di migliorare la qualità degli spazi e della vita quotidiana. Un’esperienza che ci ha confermato ancora una volta quanto il design possa evolvere senza perdere la propria identità.

